Il frastuono delle cicale, gli zig zag delle automobili, la contro ora assolata di mezza estate, le Volanti della Polizia e tanta gente in fila. Sembra un pezzo di Vigata, nel cuore di Roma il saluto ad Andrea Camilleri. Lo scrittore e la famiglia hanno scelto la forma più garbata, silenziosa, una cerimonia senza cerimonia, meno lacrime, tante carezze e tanti sguardi. I volti dei parenti e soprattutto degli amici che hanno accompagnato l'ironia i racconti, le indignazioni e la mirabile scrittura del maestro. Andrea Camilleri ha scelto di farsi seppellire qui, in uno dei luoghi più suggestivi, più carichi di storia, nel cuore di Roma, il Cimitero degli Acattolici, fra grandi poeti romantici inglesi, nobildonne, intellettuali, scrittori e ora qui c'è anche il grande cantastorie, l'ultimo cantastorie qualcuno ha definito, dell'Italia di questi anni, a cui ora rendono omaggio tantissimi dei suoi lettori. Una piantina di ulivo giovane, terra fresca, le pietruzze e i pizzini con qualche frase lasciata lì, come scheggia di poesia o di memoria. Andrea Camilleri riposa qui. Un vero intellettuale, una persona di grande spessore, un uomo autentico e dunque per tutte queste ragioni ci mancherà moltissimo. Lui riusciva a parlare con un codice comunicativo che superava quelle che erano le differenze di educazione, le differenze di ceto ed anche geografiche. Ha avuto il merito di descrivere nei suoi romanzi non solo una parte dell'Italia, ma in realtà quello che siamo noi, che è un po' l'italianità. Per questo lo amiamo tantissimo. L'ultimo Montalbano è conservato in una cassaforte. Queste erano le indicazioni di Camilleri. Molto presto, quindi, sapremo come si concluderanno le storie del Commissario di Vigata, mentre il suo autore, dovunque si trovi, chiuderà il manoscritto e si accenderà, soddisfatto, un'altra sigaretta.