“Avevo una speranza, e ce l'ho ancora. Sono assolutamente convinto che quello che abbiamo fatto e stiamo facendo sia giusto”. “Abbiamo dieci anni, secondo i rapporti di esperti di tutto il mondo, per fare cambiare tutto. Ci dicono va beh, fra trent'anni miglioriamo, e intanto buchiamo la montagna e distruggiamo tutto l'ecosistema. Non so, io devo fottermi per merito di altri, non mi piace troppo come cosa”. Arriva alla spicciolata il popolo no TAV; giovani, giovanissimi e diversamente giovani, gomito a gomito con gli attivisti storici, dalla Val di Susa, da tutto il Piemonte, da tutto il Nord Italia, da tutto il Paese. Da dove vieni? “Io? Dalla Sicilia”. “Da Milano”. “Legnano”. “Da Feltre, in provincia di Belluno”. “Torino”. “Genova”. “Borgone”. “Avigliana”. “Sant'Antonino”. “Lainate”. “Sicilia”. Tu? “Marche”. In contrapposizione con alta velocità si sono inventati dal 2016 il festival “Alta felicità”. Quattro giorni di campo estivo per fare il punto sul movimento a Venaus, ai margini della provinciale. “Sabato si farà una grande festa e, appunto, prima della festa si va, appunto, al corteo e andrò anch'io con la mia carrozzina”. C'è un po' di timore di episodi di violenza. Voi non siete spaventati? “Ma no, quello c'è sempre, e va bene così”. “Non dobbiamo avere paura se la nostra causa è giusta”. Sul festival, quest'anno, incombono le parole del Premier, Giuseppe Conte: “Non fare la Torino - Lione costerebbe più che realizzarla, e la TAV, mai come adesso, è diventata una questione politica. La tensione è alta in Val di Susa, dopo quello che è considerato il voltafaccia del Movimento 5 Stelle. “La politica ha perso l'autorevolezza che aveva prima. L'aveva persa prima, dopo, con o senza Movimento 5 Stelle, Lega o non Lega, governi che passano, governi che rimangono”. “Tutto sommato qui in Valle avevamo creduto nel Movimento 5 Stelle, e adesso ci sentiamo traditi. Ci hanno sempre detto che erano no TAV e che una delle loro stelle era il territorio, era la natura. E questa stella io non so se oggi c'è ancora”. “Non mi aspettavo niente di più e niente di meno. L'unica cosa, dico Conte? Sì, sì, Conte. Conte è uno. Noi siamo 50 mila. Ha già perso”.