18 a novembre, 14 a dicembre e altre 52 a gennaio. L'emergenza sanitaria ancora non era esplosa in Italia, ma 110 pazienti con polmoniti sconosciute erano stati ricoverati all'ospedale di Alzano Lombardo, uno dei comuni più colpiti dal coronavirus. La Procura ha aperto un'inchiesta sulla gestione del pronto soccorso durante i mesi caldi per il Covid e anche per capire se e perché siano sfuggiti questi casi sospetti. Polmoniti mai viste, o meglio, non guaribili con medicinali tradizionali e di cui non si conosceva l'origine. Un'impennata di malattie respiratorie anomale. In tutto il 2019 erano state 256 contro le 196 dell'anno precedente, con un aumento di circa il 30% secondo i dati diffusi da ATS e riportati dal quotidiano l'Eco di Bergamo. Era il 23 febbraio quando ad Alzano vennero scoperti i primi due pazienti affetti da coronavirus, ma ben prima di quella data oltre 100 ricoveri riportavano il codice 486 che in gergo medico si traduce in “Polmonite - Agente non specificato”. Da ATS Bergamo la precisazione: non è possibile sapere con certezza che tutte o alcune di queste patologie siano legate al SARS-COV-2. Questi nuovi elementi aggiungono conferme all'ipotesi che il virus in Lombardia circolasse da molte settimane prima di quando dall'ospedale di Codogno un anestesista decide di disattendere le circolari ufficiali del Ministero della Salute, finite anche loro al centro dell'inchiesta, scoprendo così che il Covid-19 era un problema che ci riguardava molto più da vicino rispetto a quello che immaginavamo.