Anche il Lazio diventa arancione per la prima volta dall'inizio della pandemia. Anche la Regione guidata da Zingaretti finisce tra quelle a rischio medio alto. L'RT indice di diffusione del contagio è in crescita in tutta Italia, qui ha raggiunto l'1,1, superando il limite per restare in zona gialla e così, da domenica al via tutte le restrizioni aggiuntive previste per il nuovo colore. Bar e ristoranti chiusi, divieto di spostarsi anche tra comuni. La situazione richiede la massima cautela e attenzione, commenta l'assessore regionale alla salute, Alessio d'amato, che sottolinea come la zona arancione non sia una sorpresa. I casi sono in lieve diminuzione. Gli ultimi dati parlano di quasi 1400 contagi, 422 in meno del giorno prima su 28000 test tuttavia inclusi anche gli antigenici, ma l'attenzione deve restare alta perché i focolai sono invece in aumento. La campagna vaccinale d'altronde è a pieno ritmo e non può essere messa a rischio, si dice, è iniziata la vaccinazione degli over 80, come annuncia entusiasticamente il governatore su Twitter e quella di altri soggetti fragili come dializzati e trapiantati. A fine mese si conta di completare personale sanitario ed RSA, è stata intanto pubblicata la manifestazione di interesse per i medici di medicina generale per contribuire al vaccino dei 470000 ultraottantenni sparsi sul territorio regionale. Stiamo superando le 96000 somministrazioni, da febbraio daremo il certificato vaccinale dice ancora D'amato che conclude "stiamo cercando di correre il più possibile, compatibilmente con le dosi che ci vengono fornite. Se avessimo le dosi disponibili, potremmo fare tre volte gli attuali numeri".