Appalti Covid Napoli, inchiesta presunti favori ad aziende

18 mag 2022
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Sono iniziati gli interrogatori per le 23 persone indagate nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sugli appalti per l'emergenza Covid. I tronconi dell'inchiesta per i quali sono stati emessi gli inviti a comparire riguardano gli ospedali modulari Covid a Napoli, Caserta e Salerno, le forniture di mascherine per bambini e una serie di episodi di presunte appropriazioni indebite di tamponi e mascherine da parte di personale sanitario. La ditta Med che ha vinto l'appalto per i moduli, che peraltro avrebbe, secondo l'accusa, finto di poter fornire i ventilatori polmonari adatti pur non disponendone, sarebbe stata avvantaggiata dalla conoscenza preventiva di informazioni tecniche e dai tempi stretti della gara. Inoltre avrebbe fornito circa la metà dei posti concordati e letti che non erano idonei alla terapia intensiva. Ad anticipare alcune informazioni ritenute riservate alla Med, via WhatsApp e telefono, sarebbe stata Roberta Santaniello, dirigente dell'ufficio di gabinetto della giunta regionale e componente dell'unità di crisi Covid in Campania. Santaniello, insieme al capo della protezione civile regionale e coordinatore della task force Italo Giulivo, è coinvolta anche nel filone che riguarda le mascherine per i bambini. La dirigente, interrogata per la questione mascherine, si è avvalsa della facoltà di non rispondere in attesa di conoscere gli atti, si riferisce il suo legale Andrea Castaldo, che fa riferimento alle circostanze drammatiche di inizio pandemia. "In quei momenti di fibrillazione e di drammatica emergenza certe scelte, che sono scelte ispirate sempre al pieno rispetto della legalità, erano necessariamente legate alla straordinaria urgenza che vivevamo in quei giorni. Se sono state interpretate nel modo non corretto noi siamo pronti a fornire la più ampia collaborazione e a spiegare anche il perché di certi toni o perché di certi contenuti". Tra le persone indagate per gli ospedali modulari figura anche il manager della ASL Napoli 1 Ciro Verdoliva, che per l'accusa avrebbe agevolato la multinazionale Siram alla quale sono stati affidati i lavori funzionali a realizzare i moduli Covid. Insieme al dirigente Antonio Bruno avrebbe attestato falsamente che la ditta operava sul posto già dal 20 marzo in subappalto alla padovana Med. L'accusa cita anche un vocale inviato nel quale si farebbe riferimento ad accordi per giustificare l'affidamento.

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