Un rifiuto arrivato in ritardo, tanto è bastato secondo i giudici della Corte d'Appello di Milano per escludere una violenza. E così un ex sindacalista, accusato di molestie sessuali da una hostess, per la seconda volta viene assolto. All'epoca dei fatti l'uomo era in servizio a Malpensa e la ragazza si era rivolta a lui per una vertenza sindacale, era il marzo del 2018 e in quell'occasione durante una consulenza si sarebbero consumati i fatti, ma per i giudici di secondo grado quei 20 secondi di passività prima di reagire sarebbero stati troppi per considerare l'atto non consensuale. E' stata così di fatto confermata la sentenza emessa nel 2022 dal tribunale di Busto Arsizio. Il presidente del collegio spiegò dopo il verdetto di assoluzione che la vittima era stata creduta ma che era stata raggiunta la prova in dibattimento su quanto denunciato. Un caso che fa discutere riaccendendo il dibattito sul consenso sessuale e sulla necessità di riforme legislative in merito. Sentenza che già viene bollata come un passo indietro nella lotta della giurisprudenza dalla Associazione a Difesa delle Donne a cui si era rivolta la vittima. "Una sentenza che ci riporta indietro di 30 anni, una sentenza emessa da giudici non specializzati che rinnegano la giurisprudenza della Corte di Cassazione, che ormai da anni riconosce che l'atto sessuale senza il consenso della donna è reato di violenza sessuale. Un'aggressione repentina costringe la donna a subire quell'atto sessuale perché la donna non ha la possibilità di esprimere il suo consenso. Proporremo ricorso in Cassazione e se necessario anche alla Corte di Strasburgo.".