Ad attaccare è stato uno squalo tigre lungo 2,5 metri, una specie che il Ministero dell'Ambiente egiziano aveva posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare l'anno scorso dopo un incidente simile che aveva coinvolto un turista russo. Sono i primi dettagli che emergono dall'inchiesta sulla morte di Gianluca Di Gioia, turista italiano di 48 anni originario di Roma, attaccato da squalo mentre faceva snorkling nel Mar Rosso, a nord di Marsa Alam, in Egitto. Con lui in quel momento c'era un altro turista italiano, Peppino Frappani, 69 anni Cremonese, rimasto ferito in maniera non grave, nel tentativo di salvare l'amico. Secondo le autorità egiziane pare che i due turisti italiani fossero entrati in acque profonde, una cinquantina di metri dalla banchina, in una zona in cui non è consentito nuotare. Circostanza che però non sarebbe confermata dal turista sopravvissuto. Nel frattempo il tratto di mare dov'è avvenuto l'attacco resta chiuso alla balneazione. L'ambasciata italiana al Cairo sta prestando assistenza sia alla famiglia del 48enne, sia al connazionale ferito. La moglie del turista ferito che ha assistito alla scena dalla banchina, ha rassicurato sulle sue condizioni di salute.