Nel giorno in cui Antonio Decaro dà il benvenuto alla Commissione di accesso nominata dal Viminale per un incontro definito "breve e cordiale", lo scontro tra maggioranza ed opposizione è sulla presunta visita del primo cittadino ad una delle sorelle del boss. L'episodio evocato dal Governatore Michele Emiliano durante la manifestazione antimafia di sabato per difendere Bari da chi vuole mettere le mani sulla città, risale ad una ventina di anni fa quando Emiliano era il sindaco del capoluogo pugliese e Decaro un giovane assessore e insieme andarono a parlare con la sorella del capo clan, Tonino, della chiusura del centro storico. Fatto smentito dallo stesso sindaco e da una delle sorelle. Alcuni quotidiani intanto hanno pubblicato una foto che ritrae Decaro con un'altra delle sorelle e una nipote del boss, una circostanza immortalata su cui il primo cittadino ha chiesto la collaborazione delle Forze dell'Ordine. "Quando ho visto questa fotografia, ho oscurato i volti delle due signore, io mi sono chiesto chi fossero, e la prima cosa che ho fatto, ho contattato le persone con le quali ho lavorato in questi anni e abbiamo capito tutti insieme che sono due persone che, diciamo, sono parenti del boss Capriati ma non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia." La ricostruzione di Decaro non convince il centrodestra che insiste sui suoi incontri pericolosi, alcuni parlamentari e consiglieri baresi hanno organizzato una conferenza stampa per incalzare il sindaco e per tentare di inchiodare Emiliano sulla scelta di rivolgersi alla sorella del boss. "In due, cito letteralmente l'episodio, andiamo in casa della moglie, sorella del boss.".