Baynesian, capitano si avvale di facoltà di non rispondere

27 ago 2024
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Il comandante del Baynesian ha deciso di non parlare. James Cutfield avrebbe pianto davanti al sostituto procuratore di Termini Imerese avvalendosi della facoltà di non rispondere. Accusato di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, aveva ricevuto l'avviso di garanzia solamente il giorno prima e per alcune ore aveva parlato con i suoi legali. "Quello che possiamo dire è che il comandante si è avvalso della facoltà di non rispondere e che ovviamente c'ho è dettato da due fondamentali ragioni: uno, che come agevole comprendere, è davvero provato, seconda ragione che noi siamo stati nominati ieri e per articolare una linea difensiva compiuta, completa e corretta abbiamo di bisogno di acquisire una serie di dati di cui allo stato non disponiamo". Lo yacht Baynesian è naufragato il 19 di agosto, causando la morte di sette persone, 15 superstiti, un solo membro dell'equipaggio ha perso la vita. Da quella notte il capitano, neozelandese di 51 anni, non avrebbe mai lasciato l'hotel di Porticello, dove alloggia con gli altri otto colleghi. Zoppica per le ferite rimediate durante il naufragio. Lo avevano già ascoltato i magistrati, aveva riferito di non aver visto arrivare quello che avrebbe definito una tromba d'aria. Il sostituto procuratore nella sala conferenze dell'hotel ha continuato per ore ad ascoltare alcuni membri dell'equipaggio, come persone informate sui fatti, ma potrebbero essere notificati nuovi avvisi di garanzia mentre si attende ancora il conferimento degli incarichi per le autopsie. Delicate le posizioni del vice di Cutfield, del marinaio di guardia la notte della tragedia per il maltempo e anche del macchinista. Si indaga sulle responsabilità, secondo alcune indiscrezioni il portellone del tender sarebbe stato aperto, come pure la porta che conduce alla sala macchine. La deriva mai abbassata. Nell'hotel è un continuo andirivieni di forze dell'ordine, magistrati, legali, compresi quelli delle assicurazioni. Le indagini proseguono anche sott'acqua, la Guardia Costiera con l'aiuto dei robottini filo guidati raccoglie materiale su richiesta della Procura.

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