Bisceglie, la crisi ferma la più grande discoteca del sud

07 mag 2020
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“Tutto è fermo a quel 29 febbraio. Si è fermato il tempo il 29 febbraio. Dopo tanto lavoro e tanti sacrifici abbiamo dovuto interrompere quello che era iniziato come un sogno per me e per tutti i miei collaboratori”. Roberto Maggialetti queste immagini non riesce proprio a togliersele dalla mente. Il suo coraggio, far rivivere la più grande discoteca del Sud Italia, era stato premiato con due serate indimenticabili. Poi il lockdown ha spento musica e luci, facendo calare nuovamente il silenzio su quel gigante dell'intrattenimento che è stato per decenni l'ex Divine Follie di Bisceglie. “Un locale con una grossa capienza, che può superare anche le 3000 persone nel periodo estivo, e che dà lavoro a tanta, tanta gente, parliamo di un'occupazione diretta di circa 150 persone di occupati direttamente, per non parlare di tutte le persone che poi gravitano attorno alla nostra struttura indirettamente. Quindi un duro, durissimo colpo per la nostra attività”. Per il DF - ora si chiama così - di ripartire al momento non se ne parla. Nemmeno un'indicazione di massima che consentirebbe per lo meno di pianificare un ritorno. “Uno spiraglio per la nostra riapertura la vorremmo avere, presentando anche dei protocolli a livello nazionale che prevedono l'utilizzo di termoscanner, l'utilizzo di presidi sanitari, il distanziamento, perché comunque, avendo delle grandi strutture, è anche facile per noi, riducendo le capienze, poter mettere delle persone dentro che si possano divertire in sicurezza e sarebbe anche più facile controllare le persone all'interno di questi locali. Differentemente, se fossimo chiusi, si potrebbero avere dei ragazzi che si organizzano in feste private, in feste abusive, dove sicuramente potremmo avere dei problemi di gran lunga superiori a un locale aperto e controllato”. Una data in realtà c'è, ve la siete costruita voi: è il 18 di maggio, quando porterete all'esterno, attraverso i social, la vostra protesta. “Voglio organizzare una riapertura, del DF e di tante altre discoteche presenti in Puglia, a porte chiuse, facendo esibire tanti artisti e persone che comunque lavorano e che attualmente non hanno un futuro. Cercheremo di alzare la protesta affinché qualcuno capisca effettivamente che in Italia c'è anche un settore che non può essere assolutamente abbandonato”.

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