La Cassazione che annulla con rinvio una sentenza della Corte di Appello di Palermo perché non condivide alcune aggravanti contestate agli imputati di mafia. Un nuovo giudizio che accoglie le istanze degli Ermellini e le porte del carcere che si aprono anzi tempo per alcuni boss e fedelissimi di Matteo Messina Denaro. Rimessi in libertà perché nel frattempo i termini di custodia cautelare sono terminati e la sentenza definitiva non è ancora stata pronunciata. Gli 11 fiancheggiatori del padrino di Castelvetrano che sono stati e stanno per essere scarcerati, vennero arrestati dai Carabinieri del Ros, su richiesta dei magistrati della DDA di Palermo, nel 2018. L'anno dopo, processati con rito abbreviato, condannati complessivamente ad oltre un secolo di detenzione. Pene confermate nell'appello del 2021, due anni dopo la Cassazione ha annullato con rinvio e adesso la nuova sentenza della Corte di Appello che, accogliendo le puntualizzazioni dei giudici della cassazione secondo i quali alcuni aggravanti relative al reimpiego di denaro illecito non potevano essere contestate, ha ridotto di fatto la pena e di conseguenza sono stati ridimensionati i termini di custodia cautelare da nove a sei anni e quindi la scarcerazione. Liberi sono tornati tra gli altri Nicola Accardo e Vincenzo La Cascia, fedelissimi di Messina Denaro, e che erano reclusi al 41 bis. Torna libero anche Raffaele Urso che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il rappresentante del padrino di Castelvetrano a Roma.