Tamponi alle fasce più deboli non ospedalizzate, protezione individuali per i medici di base e luoghi sicuri di isolamento per dimessi. Sono queste le tre priorità dei Sindaci bresciani che stanno chiedendo risposte agli organismi competenti. Noi siamo andati a Gussago, periferia nord di Brescia, 17000 abitanti, uno dei tanti comuni a cui non tornano i conti dei decessi ufficiali per Covid. I numeri di Gussago, mi sembra che parlino abbastanza chiaro nel mese di marzo abbiamo avuto 49 decessi, mentre nel 2019 ne avevamo avuti solo 13. Aprile è ancora più preoccupante, considerate che oggi è il14 aprile e noi abbiamo 27 decessi contro gli 11 di tutto il mese di Aprile del 2019. I casi positivi sono solo otto. La RSA all'interno dell'ospedale Richiedei di Gussago, che è un distaccamento degli Ospedali civili di Brescia ha 122 ospiti. I decessi sono stati nell'ordine del 10% nella struttura c'è un reparto che vi mostriamo con 99 posti Covid a bassa intensità. Questa RSA lo scorso 18 marzo ha acquistato privatamente i tamponi per il personale e gli ospiti. La necessità, spiega il Sindaco, era quella di verificare le fasce più deboli. Questi tamponi noi avevamo richiesto che potessero essere utilizzati sopratutto all'interno dell'RSA, chiaramente, ma anche a tutta quella fascia che ancora oggi è in attesa di questi tamponi. Che è la fascia più fragile della popolazione sono gli anziani che sono assistiti presso il domicilio. Questo è il vero problema. Molti medici di base, ci spiegano ancora i Sindaci bresciani, si sono ammalati e quelli che ancora lavorano non hanno gli strumenti di protezione individuale necessari per visitare a domicilio, in sicurezza. E poi c'è chi viene dimesso, dovrebbe restare in quarantena, ma non ha gli spazi sufficienti per farlo. Una signora dimessa dall'ospedale quindi ancora positiva, non aveva una stanza dove potersi isolare e quindi è rimasta a contatto con la zia e la mamma, 92 e 94 anni. Tutt'e due si contagiate e sono veramente in gravi condizioni.