Carabiniere ucciso, dolore a Somma Vesuviana

28 lug 2019
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C'è silenzio a Somma Vesuviana. Il silenzio come misura del dolore. Un dolore profondo e incredulo, che si rivelano i gesti. Davanti alla casa della famiglia di Mario Cerciello Regga, il vicebrigadiere dei Carabinieri ucciso a coltellate a Roma giovedì notte, ci sono striscioni, fiori e messaggi. Di tanto in tanto qualcuno lascia un lumino e se ne va. Il sindaco, che conosceva molto bene questo ragazzo di 35 anni che amava molto il suo lavoro, ne parla con grande affetto e lo descrive come un uomo che si impegnava per gli altri. L'intera città è tappezzata di bandiere tricolore. "Nel necrologio che abbiamo fatto, abbiamo scritto "eroe dei nostri tempi". Perché il suo sacrificio non si perda nell'oblio abbiamo anche deciso di intitolare quanto prima possibile almeno una strada principale della nostra città, per rendere omaggio al suo valore di uomo dello Stato. Nel suo piccolo tragitto di vita ha seminato davvero tanto bene. Lui era una persona che donava le sue ore libere dal lavoro per accudire le persone in difficoltà. Io inoltre voglio dire un'altra cosa molto importante: il Comune di Somma Vesuviana sicuramente si costituirà parte civile al processo contro questi infami, contro questi criminali. Questo signore che ha ucciso Mario non può essere definito un uomo e non c'è Xanax che tenga". Mario Cerciello Rega si era sposato solo poco più di un mese fa con la moglie Rosa in questa chiesa, la Chiesa di Santa Croce, che ora ospita l'ultimo saluto. E come ci racconta il parroco, che conosceva la coppia, durante l'ultimo saluto sarà eletto lo stesso passo del Vangelo che era stato scelto per la cerimonia nuziale. Il ricordo migliore è il suo cammino con noi nell'ultimo tempo, dal novembre scorso, quando hanno fatto con fidanzata percorso prematrimoniale. Era una coppia, ecco, proprio così diversa che presentava quella grande lucidità sono innamorati proprio profondamente.

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