Gli zii di Eitan Biran partiranno nelle prossime ore per raggiungere il nipote in Israele, rapito dal nonno materno. Il silenzio imposto dallo Yom Kippur, la festa tradizionale ebraica che si festeggia in queste ore, lascia ancora più sospesa la situazione, e soprattutto l'evoluzione che potrebbe avere. La zia paterna, affidataria del bambino secondo il tribunale di Pavia, chiede una soluzione politica e spera, andando a Tel Aviv, di ottenerla a breve, per poter riportare il bambino in Italia. Per il 29 settembre è stata fissata l'udienza per il nonno materno, dopo la richiesta della zia di immediata restituzione di Eitan, si svolgerà a Tel Aviv. Sempre sul fronte legale, la zia Aya punta all'avvio della procedura della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minore, che però deve passare per il Ministero della Giustizia prima di arrivare alle autorità israeliane. Sullo sfondo di questa vicenda due famiglie che si accusano a vicenda. La questione del risarcimento per la strage del Mottarone, di cui è Eitan è l'unico superstite, l'eredità del bisnonno Itshak, morto anche lui nell'incidente, e i soldi della beneficenza. Le ambasciate dei due paesi stanno dialogando senza perdere di vista, fanno sapere, la priorità assoluta, che è la soluzione migliore per il bambino. Obiettivo che anche per le famiglie dovrà essere o diventare prioritario.