Le possibilità sono tre: presentare elementi nuovi emersi da indagini proprie, ammesso che esistano e siano favorevoli, depositare una memoria scritta, oppure chiedere un interrogatorio. Quest'ultima la scelta, sembra, degli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, legali di Chiara Ferragni, all'indomani della chiusura delle indagini che vedono l'influencer accusata di truffa aggravata, per il caso del Pandoro Pink Christmas, nel 2022, e per le uova di Pasqua Dolci Preziosi nel 2021 e '22. L'obiettivo è dare la possibilità a Ferragni di mettere a verbale, davanti al PM Cristian Barilli e all'aggiunto Eugenio Fusco, la propria versione dei fatti e convincerli, così, ad archiviare il caso. La linea resta quella che punta a derubricare tutto a errore di comunicazione. Per i difensori la vicenda non ha rilevanza penale e i profili controversi, dicono, sono già stati affrontati e risolti in sede di AGCOM, con il versamento di un milione di euro. Per i magistrati milanesi invece fu una truffa: l'operazione commerciale e in particolare la correlazione tra l'acquisto del prodotto e il contributo alla raccolta di fondi, avrebbe indotto in errore gli acquirenti, con un corrispondente danno alle persone offese, e con un ingiusto profitto di un milione e 75mila euro per l'imprenditrice, al netto del suo ritorno di immagine.