Caso Prosperi, ai domiciliari 18enne conosciuto sul web

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1 giorno fa

Michele Prospero e la moglie Teresa, insieme ai figli Anna e Matteo, sono convinti che Andrea non sia morto per sua volontà ma che ci fosse qualcuno con lui in quella stanza. I parenti del 19enne trovato senza vita lo scorso 29 gennaio in un appartamento di Perugia chiedono ai magistrati di continuare ad indagare per fare piena luce su quanto avvenuto al figlio, studente di informatica al primo anno di università. La ricostruzione della Procura, guidata da Raffaele Cantone, è che il giovane si sia tolto la vita incoraggiato via chat da un 18enne romano, che ora è agli arresti domiciliari con l'accusa di istigazione o aiuto al suicidio. Dalle ultime conversazioni Telegram recuperate, i messaggi si cancellano in automatico, emerge che il 18enne abbia incoraggiato Andrea a portare a termine la sua intenzione, consigliandolo anche sulle modalità. La terza persona coinvolta è un coetaneo, indagato con l'accusa di aver venduto i farmaci utilizzati per togliersi la vita. Nella sua casa, in provincia di Napoli, gli investigatori hanno sequestrato 10.000 euro in contanti. Si tratta di un primo tassello dell'inchiesta, la squadra mobile e la polizia postale stanno lavorando per chiarire a cosa servissero i 5 telefoni cellulari, le 46 SIM card, le carte di credito sequestrate nell'appartamento che il 18enne aveva preso in affitto all'insaputa dei genitori. Da Lanciano si era trasferito a Perugia con la sorella gemella, insieme vivevano nello studentato. L'ipotesi è che sia finito in una trappola virtuale, si legge negli atti della polizia postale, che non gli ha lasciato scampo. .