Cassazione: no al panino portato da casa

31 lug 2019
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C'è un gruppo di genitori a Torino che anni fa ha iniziato una battaglia per permettere ai figli di portare a scuola il panino e mangiarlo alla mensa insieme agli altri. È diventata presto una battaglia contro il costo dei pasti a scuola, cavalcata politicamente fino ad arrivare in Tribunale e tra ricorsi vari è approdata in Cassazione, che ora mette un punto a tutta la vicenda. Il panino da casa non è un diritto, la gestione della mensa è affare degli istituti. Non esiste un diritto soggettivo a mangiare il panino portato da casa, si legge, nell'orario mensa e nei locali scolastici e la gestione del servizio di refezione è rimessa all'autonomia organizzativa delle scuole. In primo grado il Tribunale aveva dato ragione all'amministrazione, ma la Corte d'appello di Torino aveva rovesciato il verdetto. La Cassazione ora chiude. A scuola tutti dovranno mangiare il cibo preparato per loro, niente panino a mensa insomma. Finisce così una battaglia iniziata nel 2014. Gli effetti della scelta del pranzo da casa si sono fatti sentire già nel corso di questi anni e a gennaio 2018 ammontava a circa un milione in meno il numero dei pasti consumati dai bambini torinesi, con un’ovvia ricaduta economica anche sulle società che gestiscono il servizio.

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