Prima di essere sindaco per tre mandati del Comune sul mare del Cilento, Pollica, era stato un pescatore Angelo Vassallo. Quando fu ucciso nel 2010, aveva iniziato il suo quarto mandato da appena 5 mesi, e dopo pochi giorni avrebbe compiuto 57 anni. La sua Pollica l'aveva trasformata. L'accoglienza non era un proclama, ma il calore vero di una terra calda. La sostenibilità non un annuncio, ma azioni. Il cibo non cultura da manuale ma incontro, assaggio, cura. Come quella che aveva lui per il suo territorio e che voleva che avessero anche i suoi concittadini. ed è per questo che emanava ordinanze singolari. Nel gennaio del 2010 ne firmò una che prevedeva una multa fino a 1.000 euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Altra battaglia vinta, quella sulla dieta mediterranea. Nel 2009 si fece promotore della proposta di inclusione tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità. Anche se non fece in tempo a vederlo: l'UNESCO accolse la proposta il 16 novembre del 2010, lui fu ucciso il 5 settembre dello stesso anno, colpito alla testa e al cuore. Angelo Vassallo morì così nella sua Pollica, nel basso Cilento campano. Sua, perché era lì che aveva lavorato per il cambiamento, a difesa della natura e del territorio, incompatibile con gli interessi della criminalità organizzata.