Un ritiro di giovanissimi atleti a Chianciano Terme trasformato in un incubo. Uno stupro di gruppo ai danni di una 17enne schermitrice della Federazione uzbeka. Ad essere accusati sono 3 atleti della squadra juniores italiana. Due di loro ora sono indagati, un terzo è al vaglio della Procura dei minori. La ragazza ha ricostruito con gli investigatori quanto successo nella notte tra il 4 e il 5 agosto scorso. I dettagli forniti sono raccapriccianti. La 17enne racconta di essersi svegliata in una stanza con i tre ragazzi: uno le dormiva vicino, un altro si stava rivestendo. Lei è ancora intontita. Non sa come e perché sia finita lì e prova a muoversi per scappare. Ma non ci riesce subito, ha dei forti dolori ovunque. Alla fine si alza e torna nella camera che divide con una compagna di squadra. Lì realizza quello che le è successo e lo confida in lacrime all'amica. I due giovani però respingono ogni accusa. "Si dichiarano innocenti. Rimaniamo in attesa delle determinazioni dell'Autorità Giudiziaria", fa sapere in una nota l'avvocato De Martino, a nome del collegio difensivo dei due atleti. I ricordi della ragazza sono fermi ad una festa degli atleti in un bar, la sera prima. Ricorda di aver bevuto qualcosa. La mattina dopo la violenza, la ragazza ha chiamato la madre che si è precipitata a Chianciano e ha deciso di portare la figlia al pronto soccorso. È lì che la 17enne denuncia la violenza sessuale. Nel corso degli accertamenti è stato appurato che l'atleta aveva nel sangue tracce di alcol e droga. Ma l'avvocato della schermitrice denuncia "un'inerzia da parte della Procura, che neanche ha attivato il codice rosso, e della Federscherma che non ha preso nessun provvedimento nei confronti degli atleti indagati". "Ci siamo subito attivati con la Magistratura ordinaria e sportiva", sottolinea la FIS. Anche il sindaco di Chianciano Terme ha annunciato che il comune si costituirà parte civile a carico degli imputati, una volta individuati.