Come il mare in un bicchiere, il libro di Chiara Gamberale

09 lug 2020
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Io ero impegnata a scrivere un romanzo, figurati, ambientato in umido, che magari non ci sono più gli asili nido e improvvisamente il mondo si è ammalato. Io così l' ha raccontata mia figlia che ha due anni, ho detto "il mondo ha la febbre" per spiegarle quello che di spiegabile stava succedendo. E ho sentito il bisogno, molto forte, di mettermi a scrivere, per assecondare e non sono l'angoscia, ma anche una misteriosa serenità che durante lo lockdown mi saliva dentro e per cercare di capire perché, chiusi dentro, alcuni di noi hanno cominciato a provare questa specie di pace. È proprio per questo mi sono messa a scrivere. Come mai per alcuni di noi è sembrata una prigione? Come mai invece per alcuni di noi, una volta a casa, si sono sentiti liberati dalla prigione, che invece era il mondo? Perché il mondo può diventare una prigione e perché può diventarlo la casa? Per questo ho cominciato a scrivere. Le mie pagine nascono da questo, da dirsi: non è che possiamo trasformare queste costrizioni a cui siamo stati chiamati, trasformarle in una chiave magari spirituale, emotiva, perché se ci hanno fatto bene, se ci hanno ricordato qualcosa che ci eravamo dimenticati, una cosa su tutti, l'importanza della distanza, perché nel momento in cui torniamo a dare importanza alla distanza, torniamo a dare importanza alla vicinanza. Io pretendo che ne usciremo cambiati, io sennò non avrei scritto questo libro. Io pretendo che noi siamo cambiati dal fatto, dall'avere figli, dal fatto che qualcuno di caro muore, dall'innamorarci. Io pretendono che dal momento in cui la vita ci invade, almeno cambiamo un po', perché altrimenti veramente non ha senso. Come il mare in un bicchiere, è il verso di una poesia, come il mare in un bicchiere, cioè malissimo. Però la poesia continua: ma se sono confinato in questo calice, Qualcuno mi può bere. Il mare è il desiderio di assoluto che abbiamo e il bicchiere è la nostra vita, che è l'unica con cui siamo chiamati a confrontarci. Ma proprio perché è l'unica, attraverso quella vita possiamo collegarci a quella degli altri.

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