L'annullamento delle primarie del centrosinistra barese a poche ore dall'apertura dei seggi è il primo pesante effetto del nuovo terremoto giudiziario abbattutosi sulla politica pugliese, le cui scosse, però, questa volta, sono arrivate fino a Roma con notevoli ripercussioni all'interno del centrosinistra. Un'inchiesta meno pesante, nei numeri, di quella che a fine febbraio aveva portato in carcere 130 persone, ma dai risvolti politicamente più significativi. Qui, infatti, tutto ruota attorno alla presunta compravendita di voti che nell'indagine Codice Interno aveva avuto, invece, un ruolo quasi marginale. I magistrati baresi che hanno fatto arrestare otto persone, focalizzano la loro attenzione sul voto del 2020 e 2021 nei comuni di Grumo Appula e Triggiano, ma sotto i riflettori sono finite anche le elezioni comunali di Bari del 2019 e le regionali dell'anno dopo, che segnarono la prepotente ascesa di Lady preferenze Anita Maurodinoia, l'assessore regionale ai trasporti dimessasi anche dal PD dopo aver appreso di essere finita nel registro degli indagati. Un'ascesa che per gli investigatori sarebbe stata favorita dal marito Sandro Cataldo, presunto capo dell'organizzazione finito agli arresti domiciliari assieme, tra gli altri, al sindaco di Triggiano, sospeso nelle scorse ore dal Prefetto di Bari. In Procura, intanto, è iniziata la sfilata degli indagati. Tra i primi ad essere sentiti, Armando De Francesco, che nel 2021 per vendicarsi di uno sgarbo subito da Cataldo, di cui era stato il braccio destro, fece delle confidenze ad un finanziere facendo di fatto partire le indagini.