I medici di medicina generale lo chiedevano da settimane. Ora finalmente anche loro potranno richiedere i tamponi per i pazienti sintomatici sospetti Covid 19 che fino a questo momento, sfuggendo a ogni statistica, erano rimasti a casa, nonostante la malattia, curati a distanza. Lo prevede la nota 1 7 0 30 che va ad integrare l'ordinanza della regione Lombardia, datata 11 aprile, in previsione della cosiddetta fase 2. Il tampone, però, potrà essere richiesto solo per alcune categorie di lavoratori in vista della ripresa dell'attività, e cioè quelle indicate dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile che vanno da alcune tipologie di commercianti, agli albergatori, da chi lavora nelle librerie ai vigilanti, solo per citarne alcuni. La richiesta del tampone servirà non a individuare i casi di covid 19 ma fare una diagnosi finale per appurare la negativizzazione del paziente rimasto in isolamento domestico al termine dei 14 giorni di quarantena. E questa è la novità, potranno essere sottoposti a tampone i pazienti in isolamento domiciliare per sospetto clinico senza storia di contatto e quelli sintomatici con una storia di contatto con un caso sospetto. Come funzionerà? I medici di base dovranno segnalare il paziente nel cosiddetto portale Covid, indicandone tutti i dati, poi sarà l' ATS a farsi carico del tampone, tempi e modi di scopriremo. Ma se tra i sospetti covid a casa dovesse esserci un lavoratore che non rientra nelle categorie previste o un pensionato avrebbe diritto al tampone? Stando a quanto previsto, almeno in teoria, no.