Antonio ha quasi 80 anni, Angelo 82 e Nunzio è più giovane di 10 anni. Sono volontari civici. Si sono ritrovati alla rotonda del Seminatore, la porta del Chianti che nessuno ormai fotografa più. “Siamo rimasti un pochino indietro perché non si poteva sortire”. L'erba, infatti, dopo un mese di incuria è da tagliare, l'ulivo è da potare e il decespugliatore deve tornare a disegnare geometrie. Chi si occupa del verde in Toscana, anche a livello amatoriale, può tornare a farlo, purché siano rispettate le condizioni di sicurezza, ovvero sia praticato il distanziamento sociale e si indossi la maschera. “Ci sono anziani, ma anche giovani che effettivamente possono tornare a rendersi utili per la nostra comunità perché possono sistemare i giardini pubblici. Tra l'altro sono sicuri perché questo registro permette di essere assicurate a tutti gli effetti e quindi si sentono veramente occupati”. Si parla spesso della memoria degli anziani, quasi mai della loro forza fisica. “C'è il grano, ci sono i baccelli, e poi si fanno le aiuole, le si tiene pulite perbene. Qui si è piantato lo zafferano, che si raccoglierà, si spera, l'anno prossimo”. Sono persone fortunate Angelo, Antonio e Nunzio. Sono sane e hanno ritrovato un po' della loro libertà rispetto a chi vive in città segregato. Ma c'è una cosa però che unisce tutti i nonni del mondo. “Mi mancano i miei nipoti”.