Dopo settimane di forte pressione, sempre crescente, sugli ospedali si comincia a intravedere uno spiraglio. Nel Lazio diminuiscono i ricoveri in area medica, 60 persone, o poco più, hanno lasciato i reparti Covid. Una decina quelli che sono usciti dalla terapia intensiva dove restano in totale, nell'intera Regione poco meno di 200 persone. "Da due, tre giorni abbiamo cominciato ad avere un pochino più di dimissioni rispetto al numero dei ricoverati, quindi qualche segnale lo cominciamo a vedere". Sono piccoli passi, certo, ma indicativi perché a voler fare un paragone il 2 febbraio dello scorso anno si contavano circa 300 ricoveri in più in area medica e 90 in più in rianimazione. La variante Omicron è quella prevalente, meno aggressiva, certo, ma solo sui pazienti vaccinati con tre dosi. Un argine alla malattia quello eretto in questi mesi costituito da diversi elementi. "Stanno continuando ad arrivare nuovi farmaci antivirali orali e anche nuove generazioni, sono già arrivate nuove generazioni di anticorpi monoclonali efficaci anche sulla variante Omicron. Quindi le armi che abbiamo a disposizione, oltre al vaccino che continua a essere fondamentale, sono tante". Va meglio dunque, anche se preoccupa il numero dei ricoveri pediatrici: 80 i bimbi ricoverati al Bambino Gesù, mai così tanti da inizio pandemia. "L'informazione scientifica giusta è che il vaccino, anche nei bambini, è sicuro perché ormai abbiamo parecchi dati e previene le malattie gravi che purtroppo, in una bassa percentuale ma esistono anche nei pazienti pediatrici". Su 300mila bimbi tra i 5 e gli 11 anni 125mila sono stati immunizzati, mentre resta forte il richiamo a quei 250mila adulti che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.