Da Nord a Sud, a quattro giorni appena dalla riapertura delle scuole, si registrano i primi casi di classi in quarantena, istituti parzialmente chiusi, docenti e ragazzi risultati positivi al virus. Era nelle previsioni. I numeri su base percentuale che sono poi quelli che davvero contano che danno il reale dato sull'andamento della curva dei contagi, indicano comunque una minore esposizione dei bambini. Sono loro adesso, a differenza della fase 1, i più attenzionati. A Genova in un asilo, una bimba risultata positiva è stata ricoverata al Gaslini insieme alla mamma, risultata anch'essa positiva. In Brianza una bambino sottoposto tampone il 3 settembre è stato portato a scuola dai genitori nonostante l'esito delle analisi non fosse ancora arrivato. È risultato poi positivo, la sua classe è stata costretta a sospendere le lezioni, compagni famiglie e insegnanti sono ora in quarantena. In quarantena anche i 16 bambini, tre insegnanti e un collaboratore scolastico di una scuola primaria in provincia di Lucca, a seguito della positività di un bambino asintomatico. I singoli casi, seppur da segnalare, non fanno statistica ed è bene ricordare quanto sottolineato più volte dal Ministero della Salute: bambini e giovani sotto i vent'anni, oltre ad essere molto spesso asintomatici, si stima che abbiano una suscettibilità all'infezione pari a circa la metà rispetto a chi ha più di vent'anni. Nei pazienti pediatrici l'infezione si manifesta con un andamento clinico più favorevole rispetto all'adulto e con una letalità decisamente inferiore. I sintomi nei più piccoli sono spesso assenti o lievi. Tuttavia, l'infezione in alcuni casi può comportare lo sviluppo di complicanze. Ecco perché va comunque posta molta attenzione quando il bambino manifesta i sintomi dell'infezione, soprattutto se con meno di un anno di età e in presenza di condizioni patologiche preesistenti.