"Purtroppo la vaccinazione ha raggiunto tutti quelli che lo desideravano. Gli hub sono serviti per questo. Ora è più difficile il lavoro rispetto all'aumento della percentuale di persone da vaccinare, perché stiamo cercando di raggiungere quelli un po' più dubbiosi, quei ni-vax, boh-vax, come vengono un po' chiamati. Insomma tutte quelle persone che hanno dei dubbi, e Gervasi lo ha ben descritto, no, su rischi e con una percezione eccessiva di pericolosità del vaccino e non del Covid. Due cose fondamentali: i vaccini sono utili nei giovani e anche nelle donne in gravidanza, è fondamentale questo aspetto. Le società scientifiche di tutto il mondo l'hanno ribadito rispetto all'opportunità, necessità, di questo tipo di vaccinazione durante la gravidanza, proprio perché un Covid contratto durante la gravidanza non è bella cosa per la mamma in attesa e per il risultato, insomma, del lavoro che ha in quel momento l'organismo e, quindi, di situazioni ben peggiori e anche di questa protezione un po' come sempre accade, appunto, attraverso poi il latte materno, della produzione di anticorpi e quindi di produzione di una, diciamo così, protezione verso il nascituro. Ma l'elemento che segnalava il collega Gervasi è purtroppo quello che stiamo vedendo: questo virus sta cambiando e purtroppo, non dico è un nuovo virus, ma ha sicuramente una presenza molto più alta nei giovani, perché questa proteina Spike che conosciamo ormai, questo uncino che serve al virus, riesce a raggiungere meglio anche i recettori dei giovani che prima, il primo Spike, il primo virus era meno efficace". "Ma questo vuol dire che l'immunità di gregge è a rischio, che non la raggiungeremo?" "Questo purtroppo sì, lo sappiamo sia perché l'R0, altro elemento purtroppo già famoso un po' per tutti, dell'originale era 2.5, quindi due casi in mezzo ogni caso indice, ora questo virus variato ha un R0 di 7, quindi una contagiosità che lo fa avvicinare alle malattie infettive più contagiose come il morbillo, come la varicella. In più anche con questa, diciamo, maggiore predilezione nei giovani. Ed è vero, per loro la gran parte dei casi non è grave, però essendoci un grande incremento nella casistica giovanile anche quell'1% della casistica, che è quella che abbiamo già visto per quanto riguarda le età più giovani, ha degli elementi pesanti, sta facendo vedere numeri consistenti e anche bimbi e ragazzi ricoverati".