Dopo medici e infermieri l'intero ciclo vaccinale, terza dose compresa, diventa obbligatorio per altre categorie: il personale della scuola, della difesa, della sicurezza, del soccorso pubblico, dei servizi segreti, della polizia locale, penitenziaria, della giustizia minorile e di comunità e anche obbligo per chi lavora nelle RSA, anche se accede con contratti esterni. Il richiamo o booster deve essere fatto entro nove mesi dall'ultima somministrazione. Parliamo di una platea ancora da vaccinare complessivamente di circa 100 mila lavoratori in settori chiave. Dati ufficiali non ce ne sono ma secondo alcune stime di La Repubblica e del Sole 24 Ore ad esempio nel mondo della scuola a fronte del 95% di personale vaccinato su un milione di addetti, mancano all'appello circa 50 mila persone. Quanto alla polizia su un totale di 98 mila agenti restano non immunizzati circa 5000/7000 poliziotti. Quanto alle forze armate su una platea di poco più di 340 mila militari il 91% è vaccinato, restano scoperti poco più di 30 mila addetti. In caso di rifiuto a ottemperare all'obbligo scatterà la sospensione dall'attività lavorativa. Scatta anche l'obbligo di richiamo per tutti quelli che lavorano nel settore sanitario. Per medici e infermieri la vaccinazione costituisce requisito essenziale pena la sospensione. Stringenti i termini per i medici: devono effettuare l'ultima dose non oltre sei mesi a decorrere dal 15 dicembre. Per tutte le categorie la vaccinazione si può evitare o rinviare solo in caso di pericolo per la salute o in particolari condizioni documentate dal medico di famiglia. Ma le mansioni del lavoratore in questo caso cambieranno. Per la scuola l'obbligo riguarda tutto il personale scolastico del sistema nazionale, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l'infanzia. L'immunizzazione è un requisito essenziale anche per i dirigenti scolastici. Chi non ottempera all'obbligo del vaccino sarà immediatamente sospeso dal lavoro senza conseguenze disciplinari e senza perdere il posto, ma niente stipendio. Chi va a lavorare violando l'obbligo subirà conseguenze disciplinari e rischierà una multa da 600 a 1500 euro. In tutti i luoghi di lavoro i controlli verranno svolti dai dirigenti, in caso di omissione saranno multati anche loro.