L'unica certezza, per il momento, è l'ennesimo ritardo nelle consegne. Il 50% delle dosi del vaccino anti Covid di AstraZeneca, che doveva arrivare il 14 aprile, sarà invece consegnato il 16 e il 23 aprile, insieme alle altre dosi previste in queste date. Il lotto della prossima settimana sarà quindi di 175 mila dosi e non più di 340 mila, come precedentemente annunciato. Nell'attesa delle consegne arriverà, però, il parere dell'EMA, l'Agenzia Europea del Farmaco, di nuovo sollecitata ad esprimersi sugli eventuali rischi del vaccino di AstraZeneca. Ed anche l'ente regolatore italiano, l'AIFA, attende da Bruxelles l'esito degli studi, per valutare eventuali interventi mirati e restrizioni nella sua somministrazione. L'EMA sta infatti cercando di comprendere se esistano legami tra le somministrazioni e pochissimi casi di trombosi registrati. I vertici dell'Agenzia sembrano ritenere che ci sia un nesso di causa ed effetto, valutando comunque sempre di gran lunga superiori i benefici della vaccinazione rispetto al rischio di contrarre il Covid. "Decisioni possibili sono: o si va avanti così, si sospende, o cosa più probabile, è che possano essere emesse limitazioni per età e delle raccomandazioni in una determinata fascia di età". All'EMA spetta intanto il compito di unificare le direttive sulle somministrazioni con i paesi europei che già applicano limitazioni in ordine sparso, partendo da Norvegia e Danimarca che le hanno completamente sospese, fino alla Germania dove viene immunizzato con AstraZeneca solo chi ha più di 60 anni. I 31 casi di trombosi nel Paese, tra chi si era vaccinato con AstraZeneca, sono stati registrati su persone più giovani e sono comunque pochissime rispetto ai 3 milioni di immunizzati con lo stesso siero.