Vediamo. Restano accese. La fine dello scintillio scocca all'una di notte per la Ville Lumiere. A quell'ora, dovrebbero spegnersi le insegne notturne, le vetrine e i monumenti fino alle 6 di mattina. Un'azione concreta per contribuire al piano di sobrietà energetico voluto dal Governo. Il Comune spegne anche i monumenti: questo è l'obelisco di Bastia spento all'una in punto. Anche se non tutti i privati seguono le regole, abbiamo fatto un giro per verificare: caffè e ristoranti possono rimanere con le insegne accese fino ad un'ora dopo la chiusura; i cartelli fissi come questo possono rimanere accesi. Le edicole potrebbero rimanere accese ma alcune decidono di spegnere le luci ugualmente. L'una di notte è passata e molte insegne sono ancora accese soprattutto nei negozi. Va detto che ci sono molte eccezioni e che alcune attività potrebbero non avere ancora capito quali sono le regole da seguire. Le multe possono arrivare fino a Mille e 500 Euro. I controlli spettano ai Comuni che non hanno le forze per renderli abbastanza frequenti come ha denunciato l'associazione nazionale per la protezione del cielo e dell'ambiente notturno. Risultato: poche verifiche e scarso rispetto delle regole; anche se il risparmio stimato per i comuni va dal 25 al 75% della fattura elettrica. Una legge per lo spegnimento delle insegne la notte contro l'inquinamento luminoso esisteva già dal 2013 in Francia rivolta alle città con meno di 800mila abitanti. Di fronte alla crisi energetica europea però, questa estate anche grandi città come Parigi e Lione hanno introdotto la misura. Anche perché un'insegna luminosa produce circa 245 kg di CO2 l'anno. Ecco perché, lo spegnimento è stato integrato nel piano di risparmio energetico con cui Macron ha chiesto a tutti i cittadini uno sforzo di responsabilità, chiedendo di tagliare il 10% dei consumi individuali. Un invito e non un obbligo per il momento.























