Hanno consegnato le chiavi delle loro attività commerciali, ognuna accompagnata da un biglietto, davanti alla sede del Comune e dell'Agenzia delle Entrate, a Lipari. Con l'ennesimo gesto di protesta, 240 piccole aziende: titolari di bar, ristoranti, stabilimenti balneari, ma anche artigiani e lavoratori dell'edilizia, hanno ribadito la situazione di estrema difficoltà in cui si trovano le isole minori siciliane. Qui, si vive solo di turismo stagionale, le entrate di due mesi servono a pagare le spese di un anno intero e senza aiuti non potranno ripartire, soprattutto con la prospettiva del blocco dei flussi turistici dall'estero, che qui rappresentano la maggior parte delle presenze in tempi normali. Luana Zaia, portavoce di Assoimprese Eolie, si rivolge al Governo centrale. Non esiste nessun provvedimento salva imprese, quello che si evince, dalle varie normative emanate, sono altri debiti che noi imprenditori dovremmo sostenere per far fronte a un mancato guadagno. Chiediamo allo Stato che le normative che andrà a emanare, per provvedimenti, vengono fatte soprattutto specifiche per le nostre isole che hanno bisogno, hanno la necessità di una fiscalità di vantaggio, di avere contributi diversi da quelli che vengono affrontati nella terraferma, sostegni concreti all'economia per superare l'emergenza e guardare allo sviluppo.