Il concetto stesso di autonomia della magistratura è strettamente collegato a quello di terzietà e in questo senso è fondamentale che il confine tra magistratura e politica sia ben definito. Ecco perché, oltre a un'estensione del regime di ineleggibilità e di aspettativa obbligatoria dei magistrati che vogliono partecipare a competizioni elettorali, il progetto base di riforma prevede stringenti norme che sostanzialmente impediscono al magistrato di tornare il ruolo dopo aver ricoperto cariche politiche elettive o di governo, anche a livello territoriale.