La volontà del Governo è di riprendere a gennaio i trasferimenti dei migranti verso l'Albania. Finora i giudici hanno bocciato i trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo. Per superare l'ostacolo il Governo, con un emendamento inserito nel decreto flussi, ha trasferito la competenza delle decisioni sui trattenimenti dai magistrati della sezioni immigrazione alle Corti d'Appello. La misura diventa operativa 30 giorni dopo l'entrata in vigore della legge, cioè il prossimo 11 gennaio. Da quel momento dunque, la nave militare italiana potrà tornare a portare migranti verso il porto di Shengjin. Nel frattempo lo scorso 19 dicembre è arrivata la sentenza della Cassazione su un caso che precede il decreto con cui il Governo ha ridefinito la lista dei Paesi sicuri. Nella pronuncia della Cassazione viene riconosciuto alla politica il diritto di stabilire un regime differenziato delle domande di asilo per chi proviene dai Paesi designati come sicuri, e dunque il giudice non può sostituirsi al Ministro degli Esteri, né può annullare con effetti "erga omnes" il decreto ministeriale. Il magistrato può tuttavia valutare se la designazione è legittima, ed eventualmente disapplicare in via incidentale Il decreto sui Paesi sicuri. I giudici dunque possono entrare nel singolo caso ma non disapplicare in toto. Rimane il nodo della definizione della lista dei Paesi sicuri, per la quale si attende a marzo la sentenza della Corte di Giustizia Europea. Il Governo cerca di allargare il consenso in Europa sulle nuove regole per rimpatri e Paesi sicuri per anticipare i tempi. La Cassazione intanto deve ancora pronunciarsi sui ricorsi presentati dal Governo contro le prime mancate convalida del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. La Presidente Ursula von der Leyen intanto ha assicurato che la Commissione Europea vuole procedere spedita sulla nuova direttiva rimpatri, la revisione della definizione di Paese sicuro ed il possibile utilizzo di hub per i rimpatri in paesi terzi.