Continuano ad arrivare silenziosi i residenti della zona qui a Pescara nel parco teatro del brutale omicidio di Thomas Luciani, sedicenne colpito e ucciso dai suoi coetanei con 25 coltellate. Portano un fiore, un biglietto, un pensiero per ricordare un ragazzino che è stato pugnalato e poi abbandonato fra le sterpaglie di questo piccolo polmone verde, intitolato al fondatore degli scout Baden-Powell. 2 i fermati per l'orrendo delitto, sono entrambi minorenni, liceali appartenenti alla Pescara bene e attratti probabilmente dal guadagno facile che si può intascare con lo spaccio e con la droga. In questo contesto sarebbe maturato il delitto, un debito di pochi euro, 250, che fa perdere la testa e la ragione ai presunti autori dell'omicidio. "Dobbiamo acquisire ancora tutta una serie di riscontri, di immagini, di fotogrammi, che ci devono far comprendere meglio la composizione di questo gruppetto, gruppo chiamiamolo così. Dobbiamo comprendere meglio da dove sono arrivati." Dai primi interrogatori in questura emergono altri dettagli, si parla di ragazzi senza empatia, che non mostrano pentimento, che con leggerezza e crudeltà si sbarazzano del cadavere di Thomas e poi vanno tutti in comitiva a fare il bagno al mare, nascondendo il coltello usato per uccidere in un calzino sporco di sangue che gettano fra le onde del mare. A raccontare l'orrore un testimone chiave, un loro amico, un minorenne che si trovava nel parco, che ha visto e non ce l'ha fatta a rimanere zitto. Nella testimonianza si parla anche di una pistola nelle mani di un indagato. Mentre lo colpivano sembrava che non ci stessero più con la testa, le sue dichiarazioni, che hanno trovato riscontri nei racconti di altri amici presenti, quattro in tutto e anche nelle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. "C'è una situazione di grande sofferenza, di grande dolore che riguarda le famiglie e questo è agevolmente comprensibile, è un caso che va trattato con grande delicatezza.".