Si è buttato per scappare a una situazione sfuggita di mano o è stato spinto come denuncia la famiglia? Che cosa è accaduto davvero davanti la finestra della camera di Hasib, 36enne, sordomuto precipitato dall'appartamento di una casa popolare del quartiere di Primavalle a Roma durante un controllo della polizia, il 25 luglio scorso, dopo un post su Facebook che accusava l'uomo di molestare le donne? Un fatto è certo. Gli agenti su cui si sta indagando non avevano un mandato di perquisizione. Otto i poliziotti coinvolti: i quattro del controllo e altri quattro intervenuti sul posto dopo la caduta. Il fascicolo aperto dalla Procura di Roma è contro ignoti per tentato omicidio ma non si esclude che si possa procedere anche per falso e depistaggi. Le evidenze parlano chiaro. C'è il sangue a terra, sulle lenzuola del letto, il termosifone divelto, la porta della camera sfondata e poi il manico del bastone della scopa spezzato in due. Hasib è caduto da questa finestra rotta e scocciata che è a 8 metri da terra ma non allo stesso livello del piano stradale. L'unica testimone: la sorella, di 30 anni, disabile, che ha mimato il momento in cui Hasib è precipitato. Le sue condizioni intanto migliorano. È uscito dal coma, fuori pericolo di vita ma dopo tre interventi chirurgici e svariate fratture il quadro clinico è ancora complesso.























