Le impressionanti immagini della MSC Opera che perde il controllo e si scontra con un traghetto turistico ormeggiato a San Basilio in poche ore fecero il giro del mondo. Era il 2 giugno del 2019, una chiara dimostrazione dei rischi legati al passaggio delle navi da crociera nella laguna di Venezia. Da sempre la questione divide e fa discutere, da una parte l'esigenza di salvaguardare il fragile equilibrio di una realtà unica al mondo, dall'altra i soldi, i tanti soldi che la crocieristica porta nelle casse della città. Una decisione finalmente è stata presa. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri in queste ore stabilisce che l'approdo definitivo delle grandi navi a Venezia dovrà essere progettato e realizzato fuori dalla Laguna. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento verrà aperto un concorso internazionale di idee per l'elaborazione di proposte. Per il 2021 sono stati stanziati 2.200.000 euro. Per la soluzione definitiva serviranno anni di lavoro, nel breve periodo i giganti del mare, quando la crocieristica ripartirà, non potranno più passare per il bacino di San Marco e il canale della Giudecca, ma dovranno essere dirottati sulle banchine industriali di Porto Marghera, attraverso il canale dei Petroli. Soluzione indicata in passato dal comune e dalla regione. "Noi assieme al comune abbiamo proposto la via maestra che quella del canale dei Petroli, andare a ormeggiare le grandi navi a Marghera, punto. E poi la pulizia del Canale Vittorio Emanuele per le piccole navi, gli yacht eccetera da mandare in Marittima." Contrario alla soluzione di Porto Marghera il comitato No Grandi Navi, favorevoli in generale le associazioni di categoria. "Un hub crocieristico a Marghera, magari collegato anche a parcheggi destinati ai turisti pendolari e trasportare poi questi turisti in città attraverso l'acqua, che è l'elemento essenziale della nostra città, beh io penso che sia una buona soluzione".