Una regione che si spopola molto più velocemente delle altre, dove la mobilità passiva, andare cioè a curarsi fuori costa più che altrove, isolata da un sistema di trasporti ancora inadeguato. Istantanee dalla Basilicata alla vigilia del voto. Terra bellissima, eppure non ancora sufficientemente apprezzata per via di un sistema di infrastrutture, ferrovie su tutte, che frena i flussi turistici. "La Basilicata continua ad avere questa situazione di isolamento atavico. Oggi noi non abbiamo nessun tipo di collegamento all'alta velocità Salerno-Reggio Calabria, all'alta capacità Napoli-Bari e alla direttrice adriatica". Un isolamento che di contro accelera lo spopolamento del territorio, in una regione nella quale una casa su tre ormai è disabitata preoccupa soprattutto il dato sulla perdita progressiva dei giovani. "Tra il 2013 e il 2023 la Basilicata, nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 34 anni ha perso 22.831 abitanti, un calo del 16,8%, più del doppio del dato medio nazionale che si ferma al 7,4%". Eppure, quella che sempre più giovani decidono di lasciarsi alle spalle è una regione che galleggia letteralmente sul petrolio. Qui si estraggono il 70% del petrolio e il 14% del gas italiani. Una ricchezza che evidentemente il territorio non è riuscito a capitalizzare. "Gli unici elementi rilevanti sono le royalties che in qualche modo sono stati oggetto di piani, di decennali che tuttavia nel comprensorio dei comuni del comprensorio, non hanno ridotto lo spopolamento". In realtà del petrolio che estraggono in Basilicata le compagnie lasciano al territorio solo il 10%, le famose royalties che vengono poi divise tra religione, che ne trattiene l'85%, e comuni che ospitano i pozzi. "Nel 2023 la Basilicata ha incassato royalties per 150 milioni di euro. Viggiano, 3.000 abitanti appena, il Comune più ricco con dieci milioni". Soldi che solo da poco tempo la Basilicata sta imparando a spendere meglio. Una misura su tutte è il Bonus Gas, grazie al quale i dati lucani sull'inflazione sono tra i migliori d'Italia.