Non ha avuto nemmeno il tempo di festeggiare la sua rielezione all’ARS che è finito in manette con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Cateno De Luca, mister preferenze dell’UDC a Messina con 5.418 voti, è finito ai domiciliari questa mattina. Nella sua casa si sono presentati i militari della Guardia di finanza e i Carabinieri, che gli hanno consegnato il provvedimento spiccato dal tribunale di Messina. Secondo l’accusa, il neorieletto deputato, che sosteneva il candidato del centrodestra Nello Musumeci, avrebbe messo su un complesso giro di false fatturazioni per evadere le imposte, dirette e indirette. Un meccanismo che avrebbe fatto eludere alle tasse una cifra che supererebbe il milione e mezzo di euro. In manette è finito anche Carmelo Satta, presidente della Fenapi, la Federazione dei piccoli imprenditori. Anche lui adesso è ai domiciliari. Cateno De Luca era già stato arrestato in passato per la gestione di alcuni appalti nel paese nel messinese di cui era sindaco, Fiumedinisi, lavori che sarebbero stati assegnati a ditte a lui riconducibili. Il processo è alle battute finali. “Sapevo che mi avrebbero arrestato – ha fatto sapere attraverso i social network De Luca – ma non mi fermeranno”. Il neodeputato dell’UDC era stato inserito dal Movimento 5 Stelle in quella lista dei cosiddetti impresentabili, che durante la lunga campagna elettorale siciliana è stato il punto di maggiore discussione e scontro tra i candidati alla Presidenza della Regione. Sta di fatto, però, che De Luca ha raccolto a Messina più di 5.000 preferenze, risultando il più votato del suo partito. L’ultimo giorno di campagna elettorale aveva dichiarato di volersi candidare per diventare sindaco di Messina. Adesso, però, è ai domiciliari. Intanto arriva anche la reazione di Nello Musumeci: “Rispetto la magistratura, che farà il suo percorso. Le sue decisioni si rispettano e non si commentano”.