Voleva tagliare le teste ai bambini e farsi esplodere. Erano queste le frasi ricorrenti di un algerino di 48 anni che è stato espulso dal nostro Paese. Tenuto d’occhio da mesi dalle forze dell’ordine, sono state le sue parole e i suoi atteggiamenti aggressivi a far scattare il provvedimento nei suoi confronti. È stato accusato di discriminazioni razziali e apologia del terrorismo, dopo le indagini della DIGOS di Catania. Inneggiava all’ISIS e aveva un profilo sul web che utilizzava per postare immagini del Califfato, come tanti altri deradicalizzati che sono stati espulsi dall’Italia. Già denunciato all’autorità giudiziaria per atteggiamenti aggressivi nei confronti delle operatrici di un centro per immigrati di Catania, dov’era rinchiuso, lo scorso 9 marzo era stato trasferito nel Centro di permanenza per rimpatri di Caltanissetta, poiché non gli era stato riconosciuto lo status di rifugiato. Durante il trasferimento, l’uomo avrebbe minacciato di compiere stragi nel nostro Paese in nome del Califfato. Sotto la lente di ingrandimento anche alcune intercettazioni con il suo legale, che ha denunciato tutto alla DIGOS di Catania. In altre telefonate intercettate avrebbe parlato del suo trascorso in Algeria, rivendicando l’appartenenza ai Fratelli musulmani. L’algerino è stato accompagnato nel suo Paese di provenienza con un volo decollato dall’aeroporto di Fiumicino. È il sessantatreesimo rimpatrio disposto dal Viminale dall’inizio dell’anno. L’operazione della polizia arriva a poche ore dall’arresto di un trentottenne ceceno, ora in carcere a Foggia, accusato di terrorismo internazionale di matrice islamica e istigazione al jihad.