La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Il GUP deciderà in udienza preliminare sulle accuse di omicidio volontario, stalking e distruzione di cadavere, ma forse reintroducendo anche l’aggravante della premeditazione che il GIP aveva, invece, escluso. Vincenzo Paduano, 28 anni, è l’imputato di questo nuovo processo per femminicidio. Vittima la sua ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio. È il 29 maggio 2016. Sara è a casa di Alessandro, il ragazzo che frequenta da poco. Sono le 2 di notte quando manda alla mamma un messaggio: “Sto per rientrare”. Ma a casa non arriverà mai. Ad attenderla in strada c’è Vincenzo, il suo ex. Una storia turbolenta, la loro, finita tre settimane prima dopo 2 anni, l’ultimo dei quali particolarmente difficile. Vincenzo è morbosamente geloso. Le liti sono continue. Lei lo lascia più volte e lui la perseguita con messaggi, chiamate, pedinamenti. L’ultimo incontro tra i due la sera prima dell’omicidio, in un ennesimo e inutile tentativo di riconciliazione. Con un programma che aggancia il cellulare, Vincenzo rintraccia Sara. Quando lei prende la macchina, la insegue e la sperona. La ragazza scende, discutono e lui la afferra e le stringe un braccio attorno al collo. In pochi minuti Sara muore. Poi la cosparge di alcol e le dà fuoco, prima di incendiare anche l’auto. Due giovani passano di lì, ripresi da una telecamera di sorveglianza. “Non abbiamo capito cosa stesse accadendo” diranno agli inquirenti. La polizia ci mette poco a risalire a Paduano. Lo blocca e, dopo 8 ore di interrogatorio, lui crolla. Tanti, però, i vuoti nella sua ricostruzione. Il GIP, nel convalidare l’arresto, esclude la premeditazione. Le indagini, però, chiuse a novembre, tirano fuori i messaggi tra i due. In uno, ad esempio, Sara scrive: “Perché vuoi uccidermi?”. Vincenzo risponde: “Servirebbe a qualcosa?”. Poi i post su Facebook, come queste frasi deliranti di Paduano: “Quando il marcio è radicato nel profondo, ci vuole una rivoluzione. Tabula rasa. Diluvio universale”. Un paio d’ore dopo, la guardia giurata compirà il delitto. Questo nuovo elemento, unito agli altri, dunque, potrebbe portare il GUP a considerare l’omicidio come premeditato.