Un G7 quello dei ministri dell'interno che parte dai temi della sicurezza e si conclude parlando dell'immediato. I cortei Pro Palestina vietati dalla Questura e che preoccupano il Viminale, manifestazioni illegali li definisce Matteo Piantedosi, ma l'opposizione attacca considerando lo stop una violazione al diritto costituzionale di manifestare il dissenso. "Si sta monitorando quello che potrà essere la parte che dichiara di essere contraria a questo divieto di volere manifestare in ogni caso e comunque. Quindi che tipo di effetti avrà. L'orizzonte è sempre quello di limitare le turbative all'ordine pubblico e riflessi sulla cittadinanza". Il primo anniversario delle stragi del 7 ottobre in Israele resta dunque un nodo cruciale per il Viminale. "Non lanciamo degli allarmi ma abbiamo la massima attenzione perché abbiamo registrato che questa capacità evocativa questa propensione alla radicalizzazione delle posizioni può essere sempre il motore, la benzina, insomma di atteggiamenti di fenomeni che in qualche modo vanno tenuti sotto attenzione". Le crisi internazionali, non solo il Medioriente, ma anche l'Ucraina rappresentano un tema di strategie condivise al G7. "Abbiamo condiviso valutazioni di preoccupazione anche della gestione del dopo di questi confetti prima o poi termineranno sui problemi che ci saranno per la grande diffusione di armi che questi conflitti hanno comportato e comportano perché per quello che ne rimane come strascico di radicalizzazione di posizioni c'è una posizione totalmente condivisa". Riflessione finale del G7 sull'esodo dei conflitti con l'escalation orientale destinata a trasformarsi in una nuova rotta per migliaia di rifugiati. "Ovviamente il conflitto si inasprisce soprattutto sul versante di libanese, può essere foriero in qualche modo di di un rinnovato slancio dei fenomeni migratori penso soprattutto al corridoio del Mediterraneo Orientale".