"Ai ragazzi oggi mi vien da dire che portano dei bisogni diversi rispetto a quelli di qualche anno fa. Da dopo la pandemia i bisogni sono diventati sempre più specifici e sono aumentate le richieste di intervento ai nostri servizi. Il nostro servizio cerca di dare delle risposte, il più particolari possibili, per dei bisogni che stanno diventando sempre più diversi e diversificati. Questo per noi educatori significa reinventarsi all'interno di contesti ospedalieri, territoriali, domestici, in modo molto vario." "Come un educatore può aiutare i giovani a gestire l'ansia?" "L'educatore, un fra quelle sanitarie, è una delle figure più malleabili che si può reinventare, per cui partiamo da dei contesti ospedalieri come il Pronto Soccorso o i reparti in cui aiutiamo i ragazzi in momenti di crisi, di crisi acuta, dove delle volte anche si interviene con terapie farmacologiche, con degli interventi più restrittivi, ma il nostro lavoro si può sviluppare sia nei contesti ambulatoriali ma anche nei contesti domestici e di vita quotidiana in cui l'educatore può insegnare delle tecniche ai ragazzi di gestione dell'ansia che i ragazzi possono riprodurre anche all'interno di scuola, all'interno della famiglia, all'interno del contesto di tutti i giorni di vita quotidiana. Il nostro obiettivo è sempre quello di riportare la persona ad una vita quotidiana libera e tranquilla senza il peso della gestione di quest'ansia. Noi possiamo aiutare i ragazzi sia con degli skill streaming molto specifici, sono delle tecniche che si possono utilizzare, ma anche vivendo delle esperienze insieme che fanno un po' un bagaglio esperienziale che ci aiuta rinfacciarsi, ad andare avanti con la vita di tutti i giorni.".