Una guardia di sicurezza è stata accoltellata a Gerusalemme vicino alla stazione centrale degli autobus. La polizia ha reso noto che le condizioni del ferito sono serie e che l’aggressore è stato arrestato. Si tratta del primo attacco con arma da taglio dall’inizio dei tumulti seguiti alla notizia dello spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Intanto le manifestazioni di protesta vanno avanti, anche se con toni meno accesi di quelli dello scorso venerdì della rabbia. Oltre a Gerusalemme, Betlemme e Hebron rimangono i principali teatri di scontri. La Croce Rossa ha fatto sapere che nella sola giornata di sabato 171 palestinesi sono rimasti feriti in Cisgiordania e una sessantina a Gaza durante gli scontri con l’esercito israeliano. Al Fatah, l’organizzazione politica e paramilitare guidata da Abu Mazen, chiede ai palestinesi di andare avanti con il confronto, di proseguire con le manifestazioni e di ampliarle dovunque sia presente l’esercito israeliano. Nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas, si fa appello alla popolazione perché l’Intifada, la sollevazione, continui. La tensione resta alta anche nel resto del mondo arabo e musulmano. A Beirut manifestanti si sono riuniti davanti all’ambasciata americana sventolando la bandiera palestinese. Nella capitale libanese le forze di sicurezza sono intervenute usando gas lacrimogeni e idranti.