Il primato spetta tutto alla Lombardia, la regione in cui non solo si gioca di più, ma soprattutto dove la spesa pro capite media nel gioco d’azzardo è la più alta. Nel 2016, per esempio, stando ai dati elaborati dal gruppo GEDI nel database “L’Italia delle Slot” e basati sulle statistiche dei Monopoli, tra videolottery e slot machine la spesa in Lombardia è stata di 1.000 euro a testa. Soldi investiti (si fa per dire) negli oltre 64.000 apparecchi dislocati sul territorio. Al secondo posto in questa classifica dei soldi facili c’è poi il Lazio con i suoi 5 miliardi di euro raccolti lo scorso anno e quasi 125 milioni di soldi giocati. Cifre da capogiro, se si pensa che ancora nel solo 2016 in Italia sono stati spesi ben 49 miliardi di euro in slot machine e videolottery, oltre la metà, cioè, del totale del gioco d’azzardo, che ammonta a 96 miliardi. Soldi che, se da una parte danno respiro al bilancio dello Stato, dall’altra sono causa di una dipendenza che sempre più spesso porta intere famiglie alla rovina, una delle ragioni per cui il Governo, in base al decreto che prevede una riorganizzazione del settore del gioco, prevede una rottamazione di 140.000 delle oltre 400.000 macchinette presenti sul mercato, riduzione quasi indispensabile forse se si pensa a Prato, per esempio, provincia con la spesa pro capite nel gioco d’azzardo più alta in assoluto, vale a dire 2.377 euro. Lì a giocare sono soprattutto i cittadini cinesi, comunità molto radicata in quella zona, mentre in Piemonte c’è un piccolo comune di poco più di 1.100 anime, in provincia di Vercelli, in cui la spesa pro capite nel gioco d’azzardo è da capogiro. A Caresanablot, infatti, si spendono oltre 24.000 euro a testa. Il dato, però, è fuorviato dalla presenza nel comune di una delle più grandi sale gioco del nord Italia.