Ore 9 la cler sale, a vicenda le due dipendenti si controllano il Green pass, poi iniziano a scansionare QR code dei parrucchieri e delle estetiste. Siamo in uno dei più grandi centri di Milano che conta in Italia oltre 2.000 dipendenti tra franchising e saloni diretti, come stanno andando le cose? "Noi abbiamo vissuto una grande ondata di entusiasmo quando c'è stato, quando c'è stata la possibilità di vaccinarsi quindi oggi nella concretezza, la grossa differenza, è mostrare un QR code. Ci sono due grossi paradossi, il primo è il fatto che tutta la categoria dei lavoratori debba mostrare il Green pass all'ingresso nei locali, mentre i clienti ancora no. Dall'altra parte la capienza è sempre limitata, noi abbiamo saloni che lavorano meno il 20, meno il 50% a seconda degli spazi e nonostante queste misure di sicurezza in più continuiamo ad essere in difficoltà". "Da quando c'è stata l'entrata del Green pass nessun dipendente ha chiesto malattia né tantomeno è stato a casa per l'assenza del pass". Ci spostiamo nell'associazione che tutela i datori di lavoro dei collaboratori domestici, secondo i loro dati uno su cinque non ha il Green pass. Come faranno quelli che hanno ricevuto il vaccino russo Sputnik o uno dei due farmaci cinesi, non approvati dall'EMA? "Sembra che stia arrivando una soluzione con un accordo europeo, di Green pass europeo, che riconosce mutualmente, quindi noi loro, loro il nostro il Green pass e quindi questo sarebbe il fine della querelle".