Fallito l’ennesimo tentativo di tregua, ora si potrebbe assistere a una nuova escalation di violenza in Siria dove i civili, e specialmente i bambini, continuano a morire a decine ogni giorno, un centinaio, secondo l’UNICEF, solo ad Aleppo est nell’ultima settimana. I bombardamenti dell’aviazione di Bashar al-Assad e di quella russa continuano sull’area sotto controllo dei ribelli e dove ancora si trovano quasi 300.000 civili. Ogni avvertimento proveniente dal Palazzo di Vetro e da diverse cancellerie occidentali è stato ignorato e ora, stando a quanto dichiarato dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, Washington starebbe valutando opzioni non più diplomatiche per fermare il massacro in corso nella città nel nord della Siria. Il Presidente Obama si è sempre opposto all’idea di un’operazione militare sul campo, ma in questi giorni, dove non è certo esagerato parlare di emergenza umanitaria in corso, si starebbe valutando la possibilità di fornire ai gruppi ribelli armi ancora più sofisticate. L’altra opzione, meno probabile, è che l’aviazione americana colpisca le basi aeree di Assad, ma è una strada difficilmente percorribile perché potrebbe causare vittime russe. Sul terreno la situazione è ormai giunta a un livello che va oltre l’umana sopportazione. Secondo l’UNICEF 100.000 bambini sarebbero costretti a bere acqua contaminata e gli ospedali sono al collasso. Secondo quanto riferito da un medico, i piccoli con basse probabilità di sopravvivenza sono spesso lasciati morire a causa di forniture mediche limitate. Il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon è tornato a puntare il dito contro Mosca dopo che due ospedali sono stati presi di mira. La Russia ha respinto ogni accusa. “È una sorta di infelice tradizione che la maggioranza dei raid che colpiscono strutture dei civili in Siria venga attribuita a Damasco e a Mosca senza fare controlli” è stato il commento del Vice Ambasciatore russo all’ONU, Evgeniy Zagaynov.