Nella metà esatta dei tamponi che stiamo seguendo in questi giorni la carica virale è almeno cento volte superiore a quella che si trovavano nel mese di luglio, quando gli italiani erano reduci da un lungo, lock down. Il dato arriva dai virologi dell'università Bicocca di Milano. Ed è a loro che chiediamo che cosa sta accadendo, da cosa dipende, cosa comporterà. La carica virale è aumentata notevolmente dalle 100 alle 1000 volte, in circa il 50% dei campioni troviamo oltre un milione di particelle virali per ml, quindi sono cariche virali molto importanti che fanno presupporre che siano infezioni molto recenti. Le sequenze realizzate in Italia mostrano piccole mutazioni del virus, che però non sono assolutamente significative ci spiegano, il virus sarà lo stesso di marzo, ma l'ospite che incontra è diverso e a quanto dimostrano gli ultimi dati anche il luogo fa la differenza. Le infezioni che stiamo vedendo provengono dalla Sardegna e dalle isole della Grecia ed altre Paesi che fino ad oggi erano covid free, quindi probabilmente ha trovato il virus un ospite più suscettibile. All'ospedale San Gerardo di Monza è in corsa uno studio che riguarda tutti i pazienti ricoverati dall'inizio della pandemia con i dati di oltre 1500. Una carica virale alta non è correlata per forza di cose allo sviluppo di una malattia grave, vi sono altri fattori cui più importante rimane l'età, è questo spiega, per esempio, perché nonostante stiano aumentando i casi in questo momento pochi pazienti siano ricoverati perché sono prevalentemente giovani, quindi l'età rimane il fattore principale che determina la gravità della malattia. Più è alta la carica virale, più si è contagiosi ma gli asintomatici possono averla così elevata anche in assenza di sintomi? Le persone asintomatiche possono avere livelli di una carica virale elevata, e questo, chiaramente, costituisce un problema, perché possono chiaramente diffondere la malattia, pur non avendo i sintomi e quindi non essendo consapevole di essere portatori della malattia.