Inchiesta Consip, pm dispone controlli su tutti gli atti

12 apr 2017
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Avrebbe forzato, omesso, aggiustato alcuni passaggi dell’informativa Consip in danno della famiglia Renzi. Questa l’ipotesi della Procura di Roma nei confronti del Capitano del NOE, Gianpaolo Scafarto, indagato per falso. Ciò nonostante, nulla cambia: l’impalcatura dell’inchiesta Consip nella sua parte romana resta la stessa dell’altro ieri, della settimana scorsa, del mese scorso, così come Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, rimane iscritto nel registro degli indagati per traffico di influenze, in attesa di sviluppi, in un senso o nell’altro, e nonostante i due falsi riportati nella maxi informativa, cui ha lavorato anche e soprattutto l’ufficiale incriminato, poiché sul tavolo della Procura ci sono molti altri elementi. Il pm Mario Palazzi lo aveva convocato per avere spiegazioni. Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo farà presto e chiarirà tutto, assicura il suo legale, Giovanni Annunziata. Per i magistrati, al momento, appare difficile credere all’errore o tutt’al più alla svista. Viene infatti considerato quanto mai malizioso il passaggio che parla di uomini dei servizi segreti che pedinano e disturbano l’attività dei carabinieri del NOE, mentre indagano sull’imprenditore Alfredo Romeo. Così come viene considerato anomalo che una conversazione venga attribuita a Tizio piuttosto che a Caio. Nella capitale sono tre i filoni di indagine: la rivelazione di segreto che coinvolge il ministro Luca Lotti e due generali dell’Arma, la corruzione che ha portato in carcere l’imprenditore Romeo, con le tangenti consegnate ad un dirigente della centrale appaltante, e da qualche giorno, appunto, il falso contestato al carabiniere del Tutela Ambiente, che avrebbe agito dolosamente. E se è così, lo ha fatto di iniziativa, o è stato sollecitato? Intanto, mentre Roma aveva un mese fa tolto la delega ai carabinieri del NOE, la procura di Napoli, nella persona del pm Henry John Woodcock, riconferma la sua fiducia al reparto per proseguire ogni inchiesta, compreso il filone che riguarda appalti pubblici e gare a Napoli, che coinvolgono ancora e sempre lui, Alfredo Romeo.

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