Di dimissioni non si è parlato. "Assolutamente no. Noi andiamo avanti sereni fino al riesame, fino alla Cassazione". Questa la sintesi del vertice tra il governatore della Liguria Giovanni Toti e i suoi fedelissimi in Regione. Un incontro di tre ore autorizzato nella sua villa di Amelia, dove si trova ai domiciliari dal 7 maggio con l'accusa di corruzione, voto di scambio nella maxi inchiesta della Procura di Genova. E si è trattato del primo faccia a faccia tra Toti e gli esponenti dei partiti della sua coalizione. Nei prossimi giorni altri due incontri con i coordinatori regionali e gli esponenti di Noi Moderati. Un unicum a livello giuridico e politico. Una maggioranza compatta che intende andare avanti fino alla scadenza naturale del mandato, settembre 2025. "Giovanni deve ritornare alla guida della Regione Liguria, è un suo diritto, a nostro avviso, ma è anche un suo dovere". "La giunta deve portare avanti e in base a un programma politico che ci ha portato, diciamo così, a rigovernare la regione nel 2020". Davanti alla villa Carabinieri e agenti della Guardia di Finanza, un pasto con tramezzini e anguria per Toti, i tre rappresentanti della sua giunta e il suo legale, un presidente amareggiato ma determinato e fiducioso che il percorso giudiziario farà chiarezza, raccontano i suoi assessori. Questione di ore anche la data dell'udienza davanti al riesame in cui l'avvocato Savi ribadirà la richiesta di revoca dei domiciliari. "Noi neghiamo che sia pericolosità e neghiamo che ci sia timore di un inquinamento probatorio".