Quell'impressione di serenità che aveva dato agli uomini del Ros non appena atterrata in Italia dalla Siria insieme con i suoi 4 bambini, sebbene in arresto, Alice Brignoli l'ha esplicitata nel corso dell'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari a San Vittore, è stato un grosso errore ha ammesso, lo stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo quando siamo partiti nel 2015 rispondendo al richiamo di Al-Baghdadi, anzi volevamo tornare indietro, ha detto la foreign fighter italiana partita da Bulciago, in provincia di Lecco al gip, proclamandosi sempre di fede islamica, ma non più radicalizzata e di certo avrà dovuto spiegare anche quelle immagini ostentata come foto profilo dei suoi bambini in mimetica, mentre puntavano il dito al cielo, la donna avrebbe spiegato però che i bambini non sono stati addestrati, ma ora è proprio a loro, bimbi di 3, 7, 9 e 11 anni, affidati per il momento ai servizi sociali, che va il pensiero, per 5 anni il loro modello è stato quello del campo di Al-Hawl nel nord-est della Siria. I minori che sono stati addestrati vanno riportati in patria, vanno riportati qui perché devono essere sottoposti a questo processo di depotenziamento di deradicalizzazione, pur non avendo una legge che giace in Parlamento, la legge Manciulli Dambruoso. La legge Manciulli Dambruoso è ferma dal gennaio 2016 e nel nostro paese finora è stato l'unico tentativo di disciplinare in modo organico la deradicalizzazione, il contrasto dell'estremismo violento, oltre le norme repressive già presenti nel nostro Paese. I primi a capire che invece una un approccio preventivo affiancato a quello repressivo sia fondamentale, sono gli operatori dell'antiterrorismo. L'input iniziale arriva dai servizi, arriva dalla Digos, arriva dai Ros, arriva da chi quotidianamente si confronta con delle realtà in cui non ci si può e non si può risolvere tutto con le manette, con le espulsioni e con il monitoraggio, ci vogliono anche questo tipo di misure.