Un disastro senza precedenti, così è stato definito dal Presidente Christian Solinas l'incendio che da giorni ha messo in ginocchio la Sardegna. I boschi non esistono più, restano gli scheletri neri di alberi e arbusti e terra brulla e scura. Quelli che prima erano allevamenti, depositi e case ora sono distese di cenere. C'è chi ha perso tutto e cerca una soluzione ai danni causati dalle fiamme, che ora però sono incalcolabili. "Brutto, brutto, un inferno. Il fuoco non era da solo. C'ho un capannone lì dietro i vigili, han bruciato un trattore, carrello, tutto, capre, tutto, rovinato". Le zone del Montiferro sono state le più colpite, con oltre 20.000 ettari di terreno andati in fumo. Le fiamme hanno minacciato la città e la popolazione è stata costretta a scappare. Grazie al massiccio impiego di elicotteri Canadair provenienti anche da Francia e Grecia le fiamme sono state spente e i residenti di Cuglieri, Scano di Montiferro e Sennariolo sono potuti tornare nelle loro abitazioni, ma lo spavento è stato grande. "La mia casa è proprio la prima in direzione di dove arrivavano le fiamme. Alle 6 del pomeriggio ho notato che il vento aumentava, ho preso la famiglia e l'ho portata via, giù a Santa Caterina". "Quando c'era il caos ero qua, era un disastro, non c'era nessuno che ci aiutava, fuoco ovunque, in tutto il paese, da tutte le parti, qua, là, fumo, fiamme. Eravamo tutti disperati". La lotta contro le fiamme però non è ancora terminata. Gli elicotteri dei Vigili del Fuoco stanno tenendo sotto controllo gli ultimi roghi, in attesa che il forte vento che ha alimentato gli incendi smetta di soffiare. La Regione ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre ci si interroga sulle cause di uno degli incendi più gravi di sempre nell'isola. Secondo un monitoraggio della Coldiretti serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea che sono andati distrutti.